144. Il taglio cesareo secondo M. Stark: prima esperienza italiana

Atti LXXII Congresso Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia.
Scientific Press -Firenze- p1067-1068, 1996
( in coll. con A.Ferrari, G.Candotti, M.Dindelli, A.Mariani, M.Petrone )
Summary: Il taglio cesareo (TC), molto più che altri interventi, non ha subito modificazioni per lungo tempo dopo la codificazione dell’incisione secondo Pfannenstiel. Recentemente, Michael Stark del Misgav Ladach Hospital di Gerusalemme, ha proposto una procedura smplificata tendente ad eliminare tutti quei passaggi chirurgici non razionalmente giustificabili ed eseguiti solo perchè tramandati immutabili nel tempo. Ne deriva un’intervento più semplice e quindi più veloce associato ad una morbosità minore e una più rapida ripresa della paziente; questo in ultima analisi si traduce in un vantaggio sociale ed economico. La tecnica originale di Stark è stata da noi modificata mediante l’introduzione di: a) apertura digitale dell’incisione a livello del segmento uterino inferiore mediante una trazione cranio-caudale, b) estrazione del feto, se in presentazione cefalica, mediante l’utilizzo della valva di Uchida, c) sutura in singolo strato con monofilamento di sintesi a tempo di riassorbimento intermedio (Poliglecaprone 25 n°1 Monocryl). Abbiamo analizzato retrospetticamente 127 tagli cesarei eseguiti secondo la procedura di Stark fra il novembre 1994 e il dicembre 1995 e 95 interventi secondo la tecnica tradizionale (51 con incisione longitudinale e 44 secondo l’incisione di Pfannenstiel). I due gruppi (Stark gruppo A, e TC tradizionale gruppo B) sono risultati omogenei per età media, indice di massa corporea, parità, settimana gestazionale, numero di tagli cesarei elettivi rispetto a quelli urgenti. I tempi medi di estrazione fetale e la durata totale dell’intervento sono stati confrontati risultando di 3.7 min. e di 19.43 min.(gruppo A) contro 6.53 min. e 51.7min. (rispettivamente p=0.01 e p<0.0001). Il numero di fili utilizzato, la perdita ematica media e i dati clinici relativi al decorso postoperatorio hanno confermato un’andamento più favorevole per il gruppo A.