100. Neoplasie dell’utero: neoplasie del collo dell’utero

In: Manuale di Oncologia Chirurgica.
Autori: V. Staudacher, B. Andreoni, U. Veronesi, A. Costa. Ed Masson, Milano.
cap. 36, pag. 679-688. 1994
(in coll. C. Belloni, A. Uderzo, A. Ferrari)
Summary: Vengono sottolineati gli elementi di rischio che possono promuovere l’insorgenza del carcinoma della cervice uterina. In particolare si sottolinea il ruolo dei virus HPV quale cofattore importante nella genesi di questa neoplasia.Dal punto di vista anatomo-patologico si affronta la problematica dei tumori benigni(polipo, leiomioma, emangioma), quella relativa alle lesioni precancerose( evoluzione dei Cin verso il Carcinoma in Situ = CIS) e alla loro terapia. Il carcinoma squamoso della cervice uterina rappresenta il tumore maligno che più frequentemente interessa la portio. Meno frequente è l’adenocarcinoma. Raro è il sarcoma della cervice e eccezionale è la localizzazione del melanoma. In 2/3 dei casi si presenta come una localizzazione esofitica e in 1/3 dei casi come una ulcerazione fagedenica infiltrante. Viene riferita la classificazione clinica FIGO in 4 stadi. Il PAP test rappresenta la metodica di screening oggi universalmente accettata. Metodiche per precisare la diagnosi sono : colposcopia, biopsia mirata, curettage endocervicale e conizzazione. Metodiche per stabilire lo stadio della neoplasia sono: Rx torace, cromocistoscopia, urografia, renogramma e linfografia. La terapia del cervicocarcinoma può essere chirurgica, radiante oppure combinata. La chemioterapia adiuvante è stata proposta per il cervico-carcinoma localmente avanzato non aggrdibile chirurgicamente in prima istanza. Mentre oggi prevale un indirizzo chirurgico nel carcinoma al I e II stadfio, prevale la tendenza verso la scelta radioterapica nel cervicocarcinoma al III e IV stadio. L’isterctomia radicale con linfadenectomia pelvica bilaterale viene proposto in genere nel carcinoma allo stadio I B e II A. L’eviscerazione è un intervento chirurgico formidabile che può essere impiegato come ultima ratio quando tutte le altre terapie sono fallite e la malattia rimane localizzata nella pelvi. La terapia radiante può essere somministrata nella sua forma endocavitaria, come radioterapia esterna o come radioterapia esterna più endocavitaria. I risultati a distanza e la sopravvivenza a 5 anni vengono considerati in relazione allo stadio e ai fattori di prognosi. Anche le complicanze vengono considerate in relazione alle modalità terapeutiche prescelte.