83. La colposacropessia nel trattamento chirurgico del prolasso della cupola vaginale

Supplemento al volume 7 n°2 May-Aug. di Urogynaecologia International Journal.
Proceedings 3° Congresso Associazione Italiana di Urologia Ginecologica. Portonovo (AN),
pag.156-158, 24-25 Settembre 1993
( in coll. R. Viganò, G. Candotti, D. Riva, L. Gandini, A. Ferrari )
Summary: La colposacropessia è stata da noi utilizzata per la correzione del prolasso della cupola vaginale impiegando diversi tipi di protesi: Teflon in 28 casi, Goretex in 16, Dacron in 22 e aggancio diretto al sacro in due casi. Mediante questa tecnica abbiam trattato 68 pazienti con prolasso della cupola vaginale. In 38 pazienti era prsente una IUS manifesta o latente sempre trattata con un intervento di correzione retropubica. In 35 è stata effettuata una colpoperineoplastica complementare. La degenza media delle pazienti è di 9 giorni, la morbosità febbrile elevata è stata presente in 5 casi e una sola paziente è stata trasfusa. Fra le complicanze abbiamo osservato un caso di occlusione intestinale da briglia aderenziale in 22a giornata, un ascesso pelvico a 4 mesi con rimozione della protesi, una protesi infetta a 4 anni e un’ulcera necrotica della cupola. Questa tecnica è indicata nelle donne sessualmente attive, consentendo il ripristino della assialità normale senza ridurre la profondità vaginale. Bisogna evitare di mettere in tensione la benderella e occorre distribuire il carico di tensione applicando numerosi punti sulla cupola che non devono trafiggere la parete vaginale a tutto spessore evitando la possibilità di creare micro-tramiti fistolosi infetti. Questa tecnica trova una precisa indicazione ogni volta che si voglia affrontare una patologia concomitante che richieda un approccio transaddominale o retropubico.