47. Neoplasie della Vulva

Manuale di Oncologia Chirurgica. Autori: V. Staudacher e coll. Ed Masson.cap. 34 pag. 619-622. 1988
( in coll. B. Andreoni, G. Bortolozzi )
Summary: Le neoplasie maligne della vulva rappresentano circa il 3,5% di tutti i tumori dell’ apparato genitale femminile e presentano la massima incidenza in età avanzata (media 60 anni). Ai fini di una diagnosi precoce è necessario ricorrere all’ esame bioptico in presenza di qualsiasi lesione vulvare di incerta natura. Poichè circa l’8% delle neoplasie vulvari è costituito da melanomi, in presenza di lesioni vulvari pigmentate si deve procedere ad un’ampia biopsia per la diagnosi istologica definitiva. Lo staging clinico e chirurgico viene riferito secondo la classificazione TNM dell’ UICC accanto alla classificazione FIGO. Nel carcinoma in situ la terapia prevede una scissione semplice. Nel carcinoma microinvasivo, quando la lesione presenta un diametro inferiore a 2 cm e con invasione inferiore a 1 mm, l’ esecuzione di un’ampia escissione locale può essere sufficiente. Quando invece esiste una invasione di profondità compresa fra 2 e 4 mm si può eseguire un’ampia escissione locale con linfadenectomia inguinale superficiale del lato interessato. Nel carcinoma invasivo la terapia chirurgica prevede la vulvectomia radicale con asportazione in monoblocco dei linfonodi inguino-femorali. Lalinfadenectomia inguinale profonda e pelvica per via extraperitoneale viene riservata ai casi in cui i linfonodi inguinali superficiali e/o profondi risultano positivi. Quando il tumore si estende alla vescica e/o al retto può essere indicata l’esecuzione di una procedura eviscerativa pelvica in associazione alla vulvectomia radicale. Nel tumore con diametro inferiore a 2 cm (T1) la sopravvivenza a 5 anni può giungere al 90% dei casi, mentre nel T2 (tumore confinato alla vulva con dimensioni superiori a 2 cm) e nel T3 (tumore esteso all’uretra inferiore, alla vagina, al perineo o all’orifizio anale) la sopravvivenza media si aggira rispettivamente intorno al 60% e al 35%. Nel T4 (tumore esteso all’uretra superiore, alla vescica o al retto, al periostio pubico o fisso alla perete pelvica) la sopravvivenza risulta pressochè nulla. La presenza di linfonodi inguinali positivi comporta una sopravvivenza del 25-30% a 5 anni.